Il Gruppo Svitati 47, che svolge un encomiabile lavoro di diffusione e informazione in merito alla sindrome di Klinefelter e altre anomalie del numero dei cromosomi XY, ci ha chiesto di dare una risposta ai genitori che li contattano con una diagnosi precoce o prenatale. Cosa si può fare per potenziare le capacità di apprendimento e prevenire eventuali difficoltà scolastiche? La prof.ssa Loredana Alajmo parla del modello Nyborg per l’educazione concettuale, che permette di intervenire in età precoce laddove si prevedono difficoltà cognitive.

Di seguito il testo completo dell’intervista:

Spesso ci contattano delle mamme con diagnosi precoce o prenatale chiedendoci cosa fare per potenziare le capacità di apprendimento dei propri figli e prevenire eventuali future problematiche scolastiche. Forse non tutti sanno quanto è importante iniziare fin dai primi mesi a stimolare la mente dei propri bimbi e che esistono dei metodi per poterlo fare.
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Il Nyborg è il primo metodo con cui si può iniziare a lavorare con i bimbi piccolissimi o quelli che presentano una maggiore fragilità. Da piccolissimi i bambini costruiscono le basi (prerequisiti) che costituiscono poi le risorse indispensabili per poter imparare. Queste basi sono varie e complesse e bisogna imparare a riconoscerle e a usarle altrimenti non verranno sviluppati adeguatamente i requisiti fondamentali per l’apprendimento quali :
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• memoria a breve termine;
• attenzione sostenuta e selettiva;
• motricità globale e fine.
• coordinazione occhio-mano: lo sviluppo adeguato di questa funzione permette lo sviluppo di un buon grafismo;
• movimenti oculari.
• categorizzazione e generalizzazione.
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Questo metodo serve proprio a capire e a lavorare sul potenziamento dei pre-requisiti a livello di linguaggio e rafforza le funzioni che determinano la capacità di imparare (aspetto cognitivo). Grazie al metodo Nyborg si lavora sull’aspetto cognitivo perché stimola le operazioni mentali (funzioni mediante le quali il cervello crea collegamenti tra dati conosciuti e dati nuovi) che sono alla base dell’apprendimento. Utilissimo anche per i bimbi che non presentano fragilità evidenti perché comunque potenzia le loro capacità.
La Prof.ssa Loredana Alajmo, per prima, ci ha fatto conoscere questo strumento e , grazie a lei, abbiamo scoperto l‘importanza dell’acquisizione dei concetti:

Il modello Nyborg per l’educazione concettuale.

Si dice sempre che bisogna intervenire precocemente per lo sviluppo del bambino, ma come? Presento brevemente un metodo poco conosciuto ancora in Italia, ma che ritengo utile proprio perché applicabile precocemente.


Che cos’è?
È l’insegnamento di un sistema concettuale di base (forma, colore, dimensione, numero.) ed i relativi concetti di base (che si esprimono attraverso un vocabolario preciso: colore blu, forma tonda, quattro, verticale.)
Gli obiettivi sono:

  1. sperimentare esperienze positive di apprendimento,
  2. insegnare a direzionare e controllare l’attenzione e
  3. imparare a potenziare la memoria a breve termine,
  4. insegnare ad usare il linguaggio come uno strumento di apprendimento e di problem solving.

Nyborg si pone e risponde alle seguenti domande:

  1. Come avviene l’apprendimento?
  2. Quali processi possono facilitarlo?
  3. Quali prerequisiti sono necessari perché un apprendimento possa essere utilmente trasferito agli apprendimenti successivi?

Risponde attraverso degli strumenti operativi:
• PSI-model (persona,situazione, interazione:un modello teorico di apprendimento di una persona mentre impara).
• BCS-model (basic conceptual sistem): un sistema concettuale di base e relativi concetti.
• CTM (concept teaching model): modello di insegnamento dei concetti.
• Modello di insegnamento apprendimento delle abilità

Ma cosa è il concetto?
Il concetto è la conoscenza di somiglianze e differenze. Alcune somiglianze sono i criteri per un gruppo di oggetti definiti con la stessa parola, ma che possono differire in molti modi senza uscire dal gruppo di appartenenza. Ad esempio se uso la parola cane riconosco gli elementi comuni (mammifero a quattro zampe, con muso, coda, orecchie, invece se dico bassotto, barboncino, alano, pastore tedesco, riconosco le differenze pur mantenendo chiaro il concetto.
Alcuni concetti sono fondamentali perché definiscono le somiglianze e le differenze delle caratteristiche degli oggetti e pertanto vanno insegnati precocemente


Il Concept Teaching Model (CTM) è un Metodo efficace per i bambini dai 18 mesi in su, con e senza difficoltà. Si basa sul Modello di insegnamento di Magne Nyborg e propone una metodologia di stimolazione cognitiva per l’apprendimento fondata sull’acquisizione dei concetti quali forma, dimensione, colore, posizione, ecc… che costituiscono i prerequisiti con i quali i bambini e le bambine conoscono il mondo e strutturano le informazioni.
L’insegnante, il terapista o il genitore che lo applica, può aiutare il bambino nello sviluppo di attenzione, memoria, linguaggio, prerequisiti per la letto-scrittura e la matematica. Utile a partire già dal nido, fino al biennio della scuola primaria, a persone con livelli intellettivi bassi o al limite della norma, a persone con difficoltà di apprendimento o con difficoltà linguistiche o comportamentali.

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Tutti, genitori ed educatori, a prescindere dal proprio titolo di studio, possono imparare questo metodo seguendo i corsi di Imparole, Centro per l’infanzia e la famiglia che, credo, sia l’unico attualmente a proporlo, ora in modalità online.

 Reuven Feuerstein e Magne Nyborg 

Risultano evidenti alcuni punti in comune con il metodo Feuerstein e cioè
• l’intenzionalità,
• il confronto,
• la responsabilità di chi insegna,
• il ruolo attivo del bambino,
• il linguaggio specifico.
• Feedback

Ma anche alcune differenze:

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I due metodi si possono efficacemente integrare sia in modo diacronico che sincronico, iniziando dal CTM (Nyborg) per poi, quando il bambino sarà più grandicello, diciamo alla scuola dell’infanzia, cominciare ad applicare il metodo Feuerstein finché sarà necessario, ma anche in contemporanea.

Siamo consapevoli che i genitori non sono terapisti dei propri figli però il loro ruolo è determinante in quanto sono il primo riferimento per i bambini. Ecco perché se i genitori sanno come parlare al bambino se sanno cosa devono chiedergli e capiscono la valenza di determinate parole e quali obiettivi devono porsi come genitori per facilitare l’acquisizione dei prerequisiti possono fare la differenza. Esiste la possibilità concreta di acquisire le giuste competenze e sostenere attivamente i propri figli.

Autore: Giuseppina Capalbo dell’Equipe Direzionale del Gruppo SVITATI47

Per maggiori informazioni vi invito a consultare il sito del Gruppo Svitati47:

https://grupposvitati47.com