Reuven Feuerstein, dopo essersi occupato dell’integrazione di ragazzi immigrati e del potenziamento cognitivo nelle persone con sindromi genetiche, già negli anni Novanta lavorava con casi di autsimo. Dopo tanti anni è stata messa a punto una metodologia specifica rivolta allo spettro autistico, dando una forma all’esperienza maturata in seno al Feuerstein Institute negli ultimi decenni. Ne è risultato un libro, “Feuerstein on Autism”, e un interessantissimo convegno svoltosi nel mese di gennaio 2020 a Gerusalemme. Per tre giorni si sono alternati i migliori terapisti dell’istituto, che hanno affrontato l’applicazione del metodo Feuerstein all’autismo da diverse prospettive: le basi teoriche, il lavoro di squadra, il potenziamento delle capacità comunicative, l’insegnamento della scrittura, l’intervento sui genitori, la valutazione dinamica, la terapia cognitiva per mezzo della modalità motoria, l’impiego degli strumenti del PAS. Il tutto tenendo sempre a mente che, come diceva Feuerstein … autism is a state and not a trait! Non bisogna infatti dimenticare che Feuerstein non ha messo a punto il suo metodo in funzione di una patologia, lo ha costruito bensì sulla base delle funzioni cognitive, ossia gli strumenti di cui la mente ha bisogno per pensare e che possono risultare carenti, ma non per questo immutabili. Le persone non devono essere “incasellate” in una categoria, con un’ “etichettatura” che andrebbe a modificare le attese rispetto all’individuo e ne favorirebbe la stigmatizzazione, ma descritte nella loro complessità e unicità. 

Al convegno hanno partecipato formatori e mediatori del metodo Feuerstein provenienti da tutto il mondo, in un clima internazionale che ha permesso uno scambio ricco e proficuo. Tra loro, sei formatrici dall’Italia, tra cui la dott.ssa Nicoletta Bosco, titolare dello Studio per l’Apprendimento Mediato di Udine. I quesiti che il mondo dell’autismo pone sono tanti, la ricerca di strumenti e strategie per perseguire un miglioramento della sfera cognitiva, emotiva e relazionale dev’essere continua, nello sforzo di offrire un aiuto tangibile.

La dott.ssa Nicoletta Bosco nello studio del prof. Reuven Feuerstein, insieme ad altri educatori e terapisti.