Siamo i genitori di E., un ragazzino di 11 anni che sta frequentando – con successo – la 1° media.
La nostra “avventura” inizia circa a metà anno della 3° elementare, quando le maestre cominciano a riportarci, sempre con maggiore frequenza, episodi in cui il bambino non sta seduto al banco, si alza dal suo posto per andare a chiacchierare e/o a disturbare gli altri compagni, reagisce in modo eccessivo ai “dispetti”, perde facilmente la concentrazione non riuscendo a seguire per lunghi periodi il lavoro che viene svolto in classe. All’inizio abbiamo pensato si trattasse di una fase della crescita e, se pur tenendo E. “sotto controllo” parlando e ragionando con lui, abbiamo lasciato finire l’anno scolastico.
Con l’inizio della 4° elementare, però, la situazione si è ripresentata ed ai fenomeni già segnalatici si è aggiunto il “rifiuto dell’autorità”, autorità da E. identificata nelle maestre. A questo punto abbiamo deciso di prendere in mano la situazione e di capire quale fosse il motivo del disagio di nostro figlio (teniamo a precisare che ci rendevamo conto che E. si accorgeva di non riuscire a controllare le varie situazioni che gli si presentavano e ne soffriva, in modo sincero e trasparente). Ci siamo recati alla U.S.L. ed alla nostra interlocutrice abbiamo riportato quanto ci veniva detto dalla scuola chiedendole semplicemente cosa potevamo fare per aiutare E.. Abbiamo fatto tutta una serie di test che sono durati quasi tutto l’anno scolastico in corso, ma alla fine siamo arrivati ad una diagnosi e quando ce l’hanno letta ci sembrava di avere E. davanti agli occhi nelle sue varie manifestazioni. Sostanzialmente non riusciva a controllare la sua impulsività e questo influiva sugli altri aspetti del vivere in un contesto sociale.
La domanda successiva è stata: “E adesso cosa facciamo?”. La U.S.L. ci ha parlato di uno studio (lo Studio per l’Apprendimento Mediato, a Udine) che avrebbe potuto essere adatto alla “problematica” di E. spiegandoci il metodo di lavoro ed, a grandi linee, il significato di METODO FEUERSTEIN da loro utilizzato. Al primo appuntamento quello che ha colpito sia noi che nostro figlio è stata la frase “Tutti possiamo migliorare”. Si tratta di quelle sensazioni di pelle che non sai spiegare ma che ti dicono che sei sulla strada giusta. E così abbiamo iniziato a lavorare insieme. Il primo anno (e quindi siamo in 5° elementare) abbiamo tenuto una frequenza bisettimanale e già verso la primavera le maestre hanno cominciato e vedere dei sensibili cambiamenti in positivo in E., soprattutto lo sforzo tangibile di controllarsi e la richiesta di aiuto all’autorità – prima contestata – quando si accorgeva di non riuscire a farcela da solo.
Durante l’estate, quindi in una situazione di “relax”, ci siamo goduti i progressi fatti: E. accettava il confronto, il ragionamento, la logica ed era più sereno e con lui anche noi.
Tutti sapevamo comunque che la vera “prova del nove “ sarebbe stato l’inizio del nuovo anno scolastico in quanto il passaggio elementari – medie porta con sé grandi cambiamenti. Da subito E. ha dimostrato di trovarsi bene nella nuova struttura scolastica e tutti noi percepivamo che aveva preso il suo “nuovo lavoro” molto sul serio e con grande responsabilità. Di comune accordo con la dott.ssa Nicoletta Bosco che lo aveva seguito sino a questo momento, abbiamo deciso di continuare gli incontri ma solo una volta a settimana come dimostrazione del voler dargli fiducia. Siamo stati ampiamente ripagati: al primo incontro genitori – docenti tutti gli insegnanti ci hanno parlato di E. come di un ragazzino responsabile, propositivo, preciso e puntuale nei compiti, attento. Noi genitori eravamo commossi, con le lacrime agli occhi.
Ad oggi stiamo continuando il nostro percorso perché, come in tutti i ragazzi che crescono, le cose si evolvono e si modificano ma con E. sereno – e noi di conseguenza anche – ogni nuova piccola o grande difficoltà viene affrontata, “smontata” e superata……………….e l’atmosfera in famiglia è gioiosa.
In conclusione noi possiamo dire, perché lo abbiamo provato sulla nostra pelle, che TUTTI POSSIAMO MIGLIORARE senza stravolgere la nostra personalità (E. è rimasto il ragazzino vivace, entusiasta e dai mille interessi di sempre).