“Interroghiamo le fonti”, di Loredana Alajmo

Prefazione a cura di Reuven Feuerstein

“Interroghiamo le fonti” presenta un modo nuovo di insegnare la storia attraverso domande-inchiesta sollecitate dai documenti e dal docente-mediatore secondo l’insegnamento del prof. Reueven Feuerstein, conosciuto in tutto il mondo per l’efficacia del suo metodo didattico.

“Congratulandomi con l’autrice mi auguro che questo scritto abbia ampia diffusione e lo raccomando a tutti coloro che cercano il passaggio tra la teoria e la sua applicazione ai contenuti disciplinari”.
Prof. Reuven Feuerstein

Il libro si può acquistare qua:

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Presentazione di “Interroghiamo le fonti
a cura dell’autrice, prof.ssa Loredana Alajmo

Perché la storia, in genere non piace ai giovani?

Di solito l’insegnamento della storia prevede lezioni frontali, qualche volta lavoro di gruppo che spesso si riduce ad una “ ricerca” su internet, ovvero un’operazione di “copia e incolla”, verifiche scritte e orali. È facile capire che in questo modo non si crea entusiasmo, ma si generano, nel migliore dei casi, acquiescenza e sopportazione. Scriveva Gramsci, nella lettera XXXVI al figlio Delio: “Io penso che la storia ti piaccia, come piaceva a me quando avevo la tua età, perché riguarda gli uomini viventi e tutto ciò che riguarda gli uomini, quanti più uomini è possibile, tutti gli uomini del mondo poiché si uniscono fra loro in società e lavorano e lottano e migliorano se stessi, non può non piacerti più di ogni altra cosa”. Io condivido in pieno questa posizione, la storia mi ha sempre affascinato, soprattutto per l’aspetto della scoperta, della ricerca, della ricostruzione della quotidianità, dell’immaginario. Ma è così anche per i nostri ragazzi? Come dare loro la possibilità di interagire con le fonti, formulando ipotesi, immaginando, costruendo relazioni? Come farli sentire partecipi e protagonisti dei processi storici?

Apprendere non significa ripetere quanto l’insegnante dice, ma costruire un proprio percorso insieme con l’insegnante che deve fornire gli strumenti a tale fine.

La pedagogia della mediazione e gli Strumenti del Programma di Arricchimento Strumentale costringono l’insegnante a porsi continue domande sul suo ruolo di mediatore e sulla sua capacità di rendere gli allievi attivi e partecipi, insomma protagonisti del proprio apprendimento.

Questo modulo didattico è un tentativo di rispondere a queste domande ricostruendo, attraverso l’analisi delle fonti, un aspetto sia pure molto limitato, di storia locale, attuando modalità di lavoro che potenzino una serie di abilità cognitive quali

  • saper fare un piano;
  • raccogliere informazioni attraverso un’esplorazione sistematica;
  • selezionare le informazioni pertinenti da quelle non pertinenti rispetto allo scopo;
  • cogliere relazioni spazio – temporali;
  • collegare vari elementi di conoscenza tra loro e con quanto già acquisito;
  • operare confronti e collegamenti;
  • formulare ipotesi.

In questo modo il potenziamento delle abilità cognitive con il Metodo Feuerstein, procede di pari passo con l’acquisizione dei contenuti disciplinari, imparare diventa anche imparare ad imparare e rimane come acquisizione di un metodo.

Questo è ciò che serve per vivere consapevolmente in una società sempre più complessa ed articolata come è quella del mondo occidentale in cui ci troviamo. Dare gli strumenti per affrontare in modo flessibile i continui cambiamenti a cui si va incontro è compito dell’insegnante mediatore. Scoprire le potenzialità individuali dei giovani che ci vengono affidati e farle diventare “atto” è quanto di più affascinante possa fare un adulto per far crescere i “cuccioli”. Lo strumento che ci permette di realizzarla è la sfida cognitiva che non potrebbe avvenire se non fosse accompagnata da una mediazione affettiva molto forte data dal piacere di condividere un percorso di formazione, di scoperta del sé, di imparare con il gusto della ricerca, del veder crescer sotto i nostri occhi di adulti la mente ed il cuore dei nostri allievi.